Paul Crickley espone al Museo delle Genti d’Abruzzo Di Pescara con una mostra di 91 quadri. Espone dal 5 aprile al 4 maggio del 2025. Da una ricerca, ho letto che qualcuno vicino a lui scrive: “Conoscendo un inglese in terra d’Abruzzo, sembra quasi l’incipit di un romanzo, un racconto di altri tempi: lo straniero che giunge in un borgo nascosto nell’entroterra abruzzese, a tu per tu con le montagne, lo sguardo rivolto a una valle che merita di essere contemplata. Parla un’altra lingua, porta con sé novità, ma si innamora di quei luoghi, vi mette radici e poco a poco si intreccia con il tessuto sociale del paese. Il borgo è Farindola, nell’entroterra pescarese. Lo straniero è Paul Critchley, pittore errante nato circa mezzo secolo fa a Rainford, con occhi vivaci, sguardo curioso e guance arrossate, come si addice a un buon inglese. Eppure, l’ospitalità con cui ti accoglie in casa sua sembra averla appresa direttamente dai suoi concittadini abruzzesi. Insieme alla signora Helen, mi guida nella sua dimora-atelier, uno spazio che è al tempo stesso studio, abitazione ed esposizione. Ogni stanza racconta una storia diversa, parla una lingua artistica unica, quella di Paul. Un artista che non accetta limiti né convenzioni, che svuota gli spazi per riempirli con le sue opere, cercando nuove dimensioni, sperimentando percorsi alternativi, sempre con ironia, sempre con uno sguardo dissacrante verso la realtà quotidiana. “ Paul Critchley è nato nel 1960 a Rainford, un piccolo villaggio situato nel Merseyside, Inghilterra. Crescendo in un contesto ricco di stimoli visivi e culturali, ha sviluppato un interesse precoce per l’arte. Durante la sua infanzia, le esperienze quotidiane e i paesaggi rurali che lo circondavano hanno contribuito a formare la sua percezione estetica. Critchley ha trovato nel disegno e nella pittura non solo un modo per esprimere la propria creatività, ma anche una via di fuga e un linguaggio personale attraverso il quale comunicare le sue emozioni e riflessioni. Completati gli studi primari, si è iscritto a una scuola d’arte, dove ha ricevuto una formazione formale e ha avuto l’opportunità di esplorare diversi mezzi espressivi, come la scultura e la ceramica. Questa inserzione nel mondo dell’arte si è rivelata fondamentale nel definire le sue aspirazioni professionali. Qui, ha incontrato sia mentori che compagni con idee diverse, il che ha ampliato la sua visione creativa e ha stimolato il suo spirito innovativo. L’interazione con artisti affermati e colleghi aspiranti ha offerto a Critchley una base solida e un’ampia prospettiva sulla realizzazione dell’arte visiva. Il suo percorso formativo lo ha anche avvicinato a diverse correnti artistiche, influenzando la sua futura produzione. Ha sviluppato un’identità artistica unica, fondata su un’interpretazione personale di temi classici e contemporanei, che si riflette nella sua opera. L’equilibrio tra tradizione e innovazione ha caratterizzato la sua carriera e continua a influenzare la sua espressione creativa. Attraverso le esperienze della sua giovinezza e gli incontri formativi, Paul Critchley ha forgiato non solo un’artista, ma un narratore visivo in grado di trasmettere la complessità dell’esperienza umana. Formazione presso il St. Helens College of Art La formazione artistica di Paul Critchley presso il St. Helens College of Art ha rappresentato un periodo cruciale nella sua evoluzione come artista. Durante gli anni trascorsi in questa istituzione, Critchley non solo ha acquisito competenze tecniche fondamentali, ma ha anche avuto l’opportunità di esplorare una vasta gamma di tecniche artistiche e di esprimere liberamente la sua creatività. Il curriculum del college era progettato per incoraggiare l’innovazione e l’esperimentazione, elementi che si riflettono chiaramente nel suo lavoro. Tra le tecniche esplorate da Critchley vi sono la pittura ad olio, l’incisione e la scultura, ognuna delle quali ha contribuito a formare la sua identità artistica unica. Questa varietà di esperienza ha permesso a Critchley di sviluppare un approccio eclettico all’arte, mescolando stili e influenze diverse per creare opere che catturano l’attenzione del pubblico. Il collegio ha anche fornito un ambiente stimolante in cui Critchley ha potuto interagire con compagni di studio, ognuno dei quali ha apportato nuove idee e prospettive che hanno arricchito il suo processo creativo. Inoltre, è importante menzionare l’impatto significativo avuto dai docenti del St. Helens College of Art. Questi professionisti non solo hanno trasmesso conoscenze tecniche, ma hanno anche offerto incoraggiamento e supporto, spingendo Critchley ad andare oltre i propri limiti. Le loro critiche costruttive e il loro approccio didattico hanno fornito a Critchley le basi necessarie per affrontare le sfide del mondo dell’arte contemporanea. In definitiva, il periodo trascorso al college ha giocato un ruolo fondamentale nell’affermazione del suo talento e nella definizione del suo stile distintivo. Carriera Artistica di Paul Critchley La carriera artistica di Paul Critchley è caratterizzata da una continua esplorazione e innovazione attraverso vari media. Critchley ha inizialmente acquisito notorietà nel campo della pittura, dove si è distinto per l’uso audace dei colori e delle tecniche miste. Le sue opere, spesso ispirate da esperienze personali e da temi universali, riflettono un profondo interessamento per l’interazione tra l’uomo e la natura. Nel corso degli anni, Critchley ha ampliato il suo repertorio artistico, integrando scultura e installazioni nel suo lavoro. Queste forme d’arte hanno permesso di esprimere concetti complessi, invitando il pubblico a riflettere su questioni esistenziali. Le sue installazioni, in particolare, sono state mostrate in importanti gallerie e musei, ricevendo riconoscimenti sia a livello nazionale che internazionale. Le mostre a cui ha partecipato includono eventi prestigiosi come la Biennale di Venezia e varie fiere d’arte contemporanea, dove la sua presenza si è rivelata fondamentale nel panorama artistico contemporaneo. Critchley è stato anche premiato con diverse borse di studio e riconoscimenti, che attestano il suo impegno e il suo contributo al mondo dell’arte. Il processo creativo di Paul Critchley è intriso di riflessione e sperimentazione. La sua ricerca sul significato di identità e appartenenza si traduce in opere evocative che utilizzano simbolismi e metafore visive. Tematiche ricorrenti, come il contrasto tra urbano e naturale, si intrecciano in un discorso coerente che invita gli spettatori a esplorare le loro percezioni. La sua capacità di toccare argomenti profondi
Mostre ed eventi da non perdere
1. Biennale di Venezia 2025 – Preludi e annunciazioni • Si intensificano le anteprime e gli annunci per la 60ª Biennale d’Arte di Venezia. Alcuni padiglioni hanno rivelato i loro curatori e artisti, con un focus marcato su sostenibilità, colonialismo e linguaggi digitali. 2. Mostra di Jenny Holzer a Milano • Alla Fondazione Prada è stata inaugurata una retrospettiva di Jenny Holzer, con opere testuali luminose e nuove installazioni site-specific, che riflettono sui temi della guerra, dei diritti e della comunicazione. 3. Il ritorno di Marina Abramović a Firenze • L’artista presenta una performance inedita al Museo Novecento, dopo il successo della mostra a Londra. Titolo e dettagli sono ancora segreti, ma l’evento ha già generato grande attesa. 4. NFT e arte digitale al centro di Art Basel Hong Kong • L’edizione 2025 di Art Basel HK vede una forte presenza di gallerie focalizzate su arte generativa, intelligenza artificiale e nuovi collezionismi. Si segnala la partecipazione di Refik Anadol e Krista Kim. 5. Un ritratto perduto di Artemisia Gentileschi scoperto a Napoli • Una nuova opera attribuita alla pittrice barocca è stata identificata grazie a indagini tecniche. Il dipinto verrà esposto a Capodimonte a partire da aprile.
Fino al 30 Marzo La Mostra Dedicata a Roberto Del Rosso, Illustratore e Designer Abruzzese
Si è conclusa l’inaugurazione della mostra dedicata a Roberto Del Rosso ospite della FondazionePescaraAbruzzo con intro musicale, davvero suggestiva, del Maestro Alessandro Cavallucci con brani alla chitarra dedicati a Roberto.Il tutto presentata dalla moglie Emira De Acetis, dal Critico Prof. Andrea Viozzi e con il coinvolgimento dI Giancarlo Costanzo Presidente dell’Associazione P.A.E. e Tiziano Tiberi compagno di scuola di Roberto. Presentazione Critica del Prof. Andrea ViozziPer aprire lo scrigno di un pittore, di una pittrice, di un’artista, di un illustratore, di un designer. È un pezzo di cuore che viene presentato al pubblico, è un cassetto che si apre e che viene messo a disposizione di chi ne usufruisce, di chi ne gode, di chi lo osserva. Questa splendida esposizione è stata pensata dalla famiglia per onorare la memoria di un grande padre, marito, professionista, illustratore, designer, ed è appunto la prima di una serie di tappe che la famiglia ha in mente per onorare la memoria del grande creativo che è stato Roberto del Rosso. Avrete modo fra poco di poter scendere dove è stata allestita la mostra e godere delle oltre 40 opere. Qualche settimana fa, parlando con la signora Emira, mi diceva: “Saranno una trentina”, ma io sapevo che non si sarebbe fermata a 30. Perché? Perché quando poi apri il cassetto dei ricordi, è normale che ogni frammento, ogni pezzettino, che sia un’illustrazione, che sia una diapositiva, che sia una fotografia, ti rimanda indietro nel tempo. E immagino la fatica che abbiano fatto lei e i suoi figli nel selezionare le opere, pensando se davvero quelle erano le opere che Roberto avrebbe voluto vedere oggi in mostra. Sicuramente sì. Roberto del Rosso è stato un uomo che fin da bambino ha avuto l’estro della creatività. Emira De Acetis moglie di Roberto ed Il Maestro Alessandro Cavallucci Fin da quando, appunto, maneggiava con il pongo piccolino accanto al capezzale del padre malato, e realizzava i suoi soldatini con il pongo, per poi intraprendere gli studi presso il celebre liceo artistico di Pescara. Fra l’altro c’è qui uno dei suoi insegnanti in sala, il professor Gammelli. Ci sono tanti suoi ex studenti, i suoi ex compagni di scuola oltre che amici, per poi iniziare due percorsi paralleli: uno nell’Istituto europeo di design di Roma e l’altro presso la facoltà di architettura di Pescara dell’Università di Chieti-Pescara, per poi, nel 2002, intraprendere una splendida iniziativa professionale insieme alla moglie. Questo l’ha portato a una scelta se iniziare un percorso professionale, ma ciò chiaramente per motivi di tempo, per motivi lavorativi, non gli ha permesso di concludere il ciclo universitario. Ma fin da giovane, fino all’età di 19 anni, i disegni che vedrete poi sotto, le illustrazioni che vedete sotto, raccolgono 7 anni delle attività di Roberto, dal 1983 al 1990, ed è un frammento della sua attività che ci mostra la sua grande capacità di utilizzare, tra l’altro, diverse tecniche artistiche dai pastelli.Che permette a Roberto e a chiunque li sa maneggiare come lui di poter, in un certo qual senso, far vibrare il colore, proprio come facevano i grandi maestri dell’impressionismo, per esempio, la matita, il carboncino, gli acquerelli che, come voi ben sapete, è la tecnica tra le più difficili, se non la più difficile in assoluto, nel campo artistico. Perché l’acquerello non ti lascia tempo, devi lavorare velocemente perché altrimenti si asciuga e non puoi più tornare sull’opera. Tra l’altro, le tecniche dell’acquerello non sono una, ma ben 12 tecniche artistiche dell’acquerello che Roberto sapeva ben maneggiare, tecnica tra l’altro antichissima, l’acquerello di origine orientale, proprio come l’inchiostro a china che lui stesso utilizzava, fino ad arrivare agli strumenti un po’ più moderni come l’aerografo, utilizzato anche da grandi maestri come Murray e Salvatore Dalì, il pantone che gli permetteva di dare un effetto particolare del colore sulla grafica e poi la cartografia, soprattutto durante gli studi a Roma, nell’Istituto europeo del design. Quindi un grande creativo che ha sperimentato diverse tecniche e che ha avuto la possibilità di collaborare con grandi marchi realizzando per loro tantissime opere.Dalla famiglia De Cecco, celebre famiglia abruzzese, alla Casucci Jeans, all’Energy Aprioni, celebre marca di abbigliamento di tradizione siromana, ma di origine abruzzese. Quindi è stato un uomo, un illustratore che si è messo a disposizione dei più grandi marchi del tempo partecipando, tra l’altro, a grandi fiere per i quali progettava e realizzava i loro stand a Firenze, a Palazzo Pitti, la casa della moda, oltre che della celebre collezione Palatina, a Firenze, a Parigi e nelle più grandi capitali europee, in Russia, nei più grandi centri del design russo e negli Stati Uniti. Quindi un uomo che è riuscito, in un certo qual senso, a dar prova della sua grande abilità e del suo grande estro creativo mettendosi a disposizione degli altri. La differenza fra un artista e un designer sta nel fatto che il designer, quando crea, lo fa principalmente per i suoi utenti. È vero che anche oggi i pittori spesso realizzano le loro opere per poterle vendere, ma soprattutto il designer, l’illustratore, quando crea sa già ha nella sua mente il fine di soddisfare pienamente il suo cliente. E Roberto ci è riuscito in maniera straordinaria. La nostra presenza questa sera e la notorietà di Roberto nel campo dell’illustrazione e del design lo dimostrano.Vedevo prima meravigliosamente arpeggiare il maestro Cavallucci con quelle sue mani sulla chitarra, e allora pensavo seduto lì a Roberto che con la sua matita, col suo carboncino, quando ancora non c’erano i programmi che ci sono oggi di lavorazione del design, riusciva a creare dei capi straordinari e li vedrete in mostra. Dei meravigliosi capi che lui vede, osserva da fotografie delle grandi case di moda e che poi illustra in maniera sapiente, con una grande espressività, con grande classe. La cosa che mi ha colpito, guardando le illustrazioni, i disegni che la moglie mi ha inviato, è l’eleganza con la quale sapeva realizzare e vestire i suoi modelli, che riproponeva nelle sue illustrazioni.Così come la grande capacità e
Frida Kahlo: attraverso l’obiettivo di Nickolas Muray al Museo Storico della Fanteria
La mostra “Frida Kahlo: attraverso l’obiettivo di Nickolas Muray” si terrà presso il Museo Storico della Fanteria dell’Esercito Italiano di Roma, inaugurando una significativa opportunità per gli appassionati dell’arte e della cultura. Questo evento è di particolare importanza poiché segna la prima volta che le opere di Frida Kahlo, una delle figure più iconiche e influenti dell’arte messicana e mondiale, sono esposte in Italia. La mostra sarà aperta al pubblico dal 15 marzo 2025 e rimarrà visitabile fino al 20 luglio 2025. Il percorso espositivo, curato con attenzione, evidenzierà oltre 50 fotografie scattate da Nickolas Muray, un fotografo ungherese che divenne non solo un collaboratore artistico ma anche un amico intimo della pittrice. Attraverso l’obiettivo di Muray, i visitatori avranno l’opportunità di scoprire un lato più personale e intimo della vita di Frida Kahlo, un’artista che ha saputo esprimere il suo disagio e la sua forza interiore attraverso il suo lavoro, rendendo la sua arte universale e senza tempo. La mostra si inserisce in un contesto artistico contemporaneo che riconosce sempre più l’importanza della diversità e dell’espressione individuale. La figura di Kahlo è diventata un simbolo di resistenza e autenticità, rendendo questo evento imperdibile per gli amanti dell’arte. L’esibizione offre un’eccezionale occasione per esplorare non solo le opere artistiche della Kahlo, ma anche la complessità della sua vita e del suo contesto storico. Questo sarà un viaggio che stimolerà una riflessione profonda su temi come l’identità, la cultura e il ruolo delle donne nel panorama artistico. Gli appassionati e i neofiti saranno accolti in un’esperienza che promette di rimanere impressa nella memoria collettiva di chi parteciperà. Le Fotografie di Nickolas Muray Nickolas Muray, un fotografo ungherese di fama mondiale, ha immortalato Frida Kahlo attraverso una serie di circa 60 fotografie, scattate tra il 1937 e il 1946. Queste immagini, in bianco e nero e a colori, sono un’importante testimonianza visiva della complessità e del fascino di Kahlo, nonché della sua personalità vibrante. Muray, noto per il suo talento nel ritratto, ha saputo catturare non solo l’aspetto esteriore dell’artista, ma anche le profondità emotive che caratterizzavano il suo lavoro e la sua vita. Le fotografie di Muray mostrano Frida Kahlo nel contesto dei suoi legami culturali messicani, un tema ricorrente nella sua arte e nella sua vita. Kahlo, che si identificava profondamente con le sue radici, è rappresentata in abiti tradizionali e con simboli che riflettono la sua eredità. Molte delle immagini ritraggono Kahlo in pose naturali, espressive, che enfatizzano la sua vulnerabilità così come la sua forza. Attraverso il suo obiettivo, Muray ha saputo evidenziare il connubio tra la bellezza e il dolore che caratterizza il percorso artistico di Frida. Le fotografie sono state scattate in momenti chiave della vita di Kahlo, un periodo in cui le sue esperienze personali e la sua arte erano strettamente intrecciate. Muray ha giocato un ruolo cruciale nel documentare la sua evoluzione, attraverso momenti di declino e di trionfo. Le immagini prendono vita, riflettendo l’intensità delle emozioni che Frida ha vissuto e che hanno ispirato molte delle sue opere. Ogni scatto è, quindi, non solo un ritratto ma un pezzo di storia, un legame diretto con l’anima di un’artista straordinaria che continua a influenzare generazioni di creativi e appassionati d’arte. L’Intimità di Una Relazione La relazione tra Frida Kahlo e Nickolas Muray riveste un ruolo cruciale nella comprensione della vita personale e artistica della pittrice messicana. Attraverso un’analisi delle lettere originali scambiate tra Kahlo e Muray, attualmente esposte al Museo Storico della Fanteria, emerge una connessione profonda e complessa. Queste missive, ricche di sentimento, non solo rivelano l’intimità della loro relazione, ma forniscono anche uno sguardo inedito sulla fragile psiche di Frida, influenzata dalle sue esperienze personali e professionali. Le lettere, cariche di passione, rivelano come Muray fosse non solo un amante, ma anche un confidente. La scrittura di Frida è intrisa di emotività e conquista, spesso riflettendo le sue fragilità e la sua creatività tumultuosa. La corrispondenza illustra momenti di gioia e malinconia, illustrando il legame che andava oltre la superficie del romanticismo. Questi scritti creano un ponte fra il mondo privato della Kahlo e il suo artista interiore, rinforzando l’idea che la sua arte fosse influenzata dalla sua vita sentimentale. Oltre alle lettere, i video rari che documentano gli incontri tra i due offrono un’opportunità preziosa per vedere Frida nella sua vita quotidiana. Queste riprese catturano momenti di genuina spontaneità, mostrando le sue interazioni con Muray, con cui condivise molti degli alti e bassi della vita. Queste immagini aiutano a emozionare il visitatore e a creare un legame viscerale con l’artista, restituendo la sua essenza al di là del mito. Attraverso queste lettere e materiali audiovisivi, il pubblico può apprezzare il lato umano di Frida Kahlo, scoprendo una persona vulnerabile ma resiliente, il cui genio artistico era intimamente connesso alle sue esperienze personali. La Cultura Messicana di Frida Kahlo Frida Kahlo è una figura emblematica non solo nell’arte, ma anche nella cultura messicana. La sua opera è profondamente radicata nell’identità messicana, espresso attraverso una commistione di tradizioni, simbologie e elementi folkloristici. Nella mostra attualmente al Museo Storico della Fanteria, il visitatore potrebbe notare la selezione di abiti tradizionali messicani che Kahlo indossava, i quali raccontano la storia di un paese in cui le tradizioni sono celebrate e custodite. Questi capi non sono semplicemente vestiti, ma rappresentano una dichiarazione di appartenenza culturale e di orgoglio nazionale. I gioielli e gli accessori che adornano le manichini nell’esposizione sono ulteriori manifestazioni del patrimonio messicano. Rappresentano la maestria artigianale delle comunità locali e trasmettono un senso di autenticità e connessione con le radici di Frida. Ogni pezzo racconta una storia, riflettendo la ricca mitologia e le influenze indigene del Messico, che giocano un ruolo centrale nel lavoro dell’artista. Il ricorso a questi elementi non è casuale, ma piuttosto un modo per rendere omaggio a una cultura vibrante e complessa, che Frida ha costantemente esplorato e celebrato. Oltre a ciò, la mostra presenta una collezione di francobolli emessi in onore di Frida Kahlo, sottolineando il suo
Triennale Milano 2025: Inequalities – Un’Esposizione Sulle Disuguaglianze
La Triennale di Milano ospiterà la 24esima esposizione internazionale dal 13 maggio al 9 novembre 2025, con il titolo ‘Inequalities’. Questa manifestazione di rilevanza globale si propone di esplorare le molteplici dimensioni delle disuguaglianze, affrontando non solo aspetti economici, ma anche etnici, geografici e di genere. La scelta di questo tema sottolinea la crescente necessità di affrontare le disparità che caratterizzano le società contemporanee, incentivando un dialogo profondo e costruttivo su come le differenze possano essere trasformate in opportunità per il progresso sociale e culturale. L’organizzazione dell’evento enfatizzerà l’importanza di un approccio multidisciplinare, coinvolgendo artisti, architetti, designer e pensatori da tutto il mondo. Attraverso una serie di installazioni, conferenze e workshop, ‘Inequalities’ intende creare un ambiente stimolante in cui si potranno condividere visioni, esperienze e soluzioni innovative per affrontare le disuguaglianze. Questa esposizione non sarà solo un momenti di riflessione, ma si proponrà anche come piattaforma di azione e coinvolgimento della comunità. La trilogia di eventi della Triennale è stata concepita come un continuum che connette le edizioni passate del 2019 e 2022, richiamando l’attenzione sulle tematiche ancora rilevanti in una narrazione che evolve nel tempo. Il riconoscimento dell’evento da parte del Bureau International des Expositions (BIE) è un ulteriore attestato dell’importanza e della qualità della proposta curatoriale. Attraverso questo evento, Milano si posizionerà nuovamente come un faro culturale a livello internazionale, promuovendo riflessioni cruciali sulle ingiustizie che persistono e sulla necessità di un cambiamento collettivo. In definitiva, l’esposizione offrirà un’importante occasione per stimolare il dibattito pubblico e per immaginare un futuro inclusivo. Il Tema delle Disuguaglianze Le disuguaglianze rappresentano una delle sfide più urgenti del nostro tempo, permeando vari aspetti della società, dall’economia alla salute, dall’istruzione alle opportunità lavorative. La Triennale Milano 2025 affronta questo tema cruciale attraverso l’arte e l’architettura, utilizzando questi strumenti per stimolare una riflessione necessaria su questioni sociali contemporanee. In un contesto in cui le disparità economiche e sociali stanno diventando sempre più accentuate, è fondamentale che artisti e architetti si impegnino a comunicare e visualizzare queste problematiche. Grazie a un approccio aperto e privo di pregiudizi, il processo di progettazione della Triennale ha coinvolto un ampio dialogo con le università milanesi, creando un ambiente stimolante per il confronto di idee. Questo scambio ha permesso di esplorare come l’arte e l’architettura possano riflettere e influenzare la percezione delle disuguaglianze, offrendo al pubblico l’opportunità di confrontarsi con esperienze diverse e prospettive sfumate. L’intento è quello di giungere a una maggiore consapevolezza e comprensione delle molteplici dimensioni delle disuguaglianze. Stefano Boeri, presidente della Triennale, sottolinea l’importanza di trattare le differenze in modo costruttivo. Egli afferma che “le disuguaglianze non sono solo un tema sociale, ma anche una questione culturale”. Questa affermazione ribadisce la necessità di un’integrazione delle diverse voci e la valorizzazione del dialogo interculturale per affrontare le sfide della società contemporanea. Pertanto, la Triennale non è solo un evento espositivo; è un laboratorio di idee, un forum per riflettere su come l’arte possa fungere da veicolo per il cambiamento sociale, incoraggiando il pubblico a considerare il proprio ruolo nella riduzione delle disparità esistenti. I Curatori e gli Artisti Coinvolti La Triennale Milano 2025 rappresenta un’opportunità unica per esplorare le disuguaglianze attraverso l’arte e l’architettura, grazie alla partecipazione di curatori e artisti di fama internazionale. Tra i nomi di spicco figura Norman Foster, rinomato architetto britannico e vincitore del prestigioso Pritzker Architecture Prize nel 1999. La sua capacità di restituire un’impronta sostenibile e innovativa nelle sue opere renderà certamente la mostra un’esperienza indimenticabile. Un altro protagonista di rilievo è Theaster Gates, artista interdisciplinare noto per il suo approccio comunitario e la sua capacità di trasformare spazi abbandonati in luoghi di cultura e dialogo. La sua presenza alla Triennale sarà fondamentale, poiché offre una prospettiva unica sulle ingiustizie sociali attraverso l’arte. Gates utilizza il suo lavoro per affrontare e interrogare le disuguaglianze, stravolgendo le aspettative tradizionali dell’arte contemporanea e del design. Non possiamo non menzionare Kazuyo Sejima e Alejandro Aravena, entrambi architetti di fama mondiale e vincitori del Pritzker Architecture Prize. Sejima, co-fondatrice dello studio SANAA, è nota per il suo approccio minimalista e per l’uso innovativo della luce e dello spazio. Aravena, noto per il suo impegno nella progettazione di abitazioni sociali, porta alla luce questioni fondamentali legate all’accessibilità e alla sostenibilità abitativa. Inoltre, il contributo dell’artista e regista Amos Gitai arricchirà ulteriormente la narrazione visiva dell’evento, grazie alla sua esplorazione delle questioni sociali e politiche nel contesto dell’arte. La presenza di tali talenti, che operano in vari campi e con approcci distintivi, non solo accresce la credibilità dell’esposizione, ma anche il suo potenziale impatto. La pluralità di visioni e competenze sarà cruciale nel trattare le complesse tematologie delle disuguaglianze, rendendo l’evento in grado di stimolare riflessioni e dibattiti significativi. L’Inaugurazione e il Programma di Eventi L’inaugurazione ufficiale della Triennale Milano 2025: Inequalities – Un’Esposizione Sulle Disuguaglianze è prevista per il 12 maggio 2025. L’evento di apertura si caratterizzerà per la partecipazione del rinomato premio Nobel per l’economia, Michael Spence, che terrà una lecture inaugurale. Questa conferenza offrirà una panoramica sulle dinamiche delle disuguaglianze e sulle strategie per affrontarle, setando il tono per i dibattiti e le riflessioni che seguiranno. L’intervento di Spence è atteso con grande interesse, poiché le sue intuizioni saranno fondamentali per inquadrare il tema centrale dell’esposizione. Nei sei mesi successivi all’inaugurazione, la Triennale Milano ospiterà una serie di eventi e mostre progettati per stimolare dialoghi costruttivi e offrire nuove prospettive sul tema delle disuguaglianze. Gli organizzatori hanno previsto un ricco calendario di attività che includerà conferenze, workshop e tavole rotonde, sempre volte a promuovere la consapevolezza sociale. Gli esperti del settore, artisti, accademici e attivisti saranno coinvolti nel promuovere conversazioni significative che mirano a esplorare soluzioni innovative per ridurre le disparità presenti nella nostra società. La Triennale Milano continua a consolidare il suo ruolo di riferimento culturale e sociale, utilizzando l’arte non solo come mezzo di espressione, ma anche come potente strumento di cambiamento. Le esposizioni saranno curate con l’intento di non solo informare, ma anche stimolare progetti e iniziative che incoraggiano