Fino al 30 Marzo La Mostra Dedicata a Roberto Del Rosso, Illustratore e Designer Abruzzese

Si è conclusa l’inaugurazione della mostra dedicata a Roberto Del Rosso ospite della FondazionePescaraAbruzzo con intro musicale, davvero suggestiva, del Maestro Alessandro Cavallucci con brani alla chitarra dedicati a Roberto.Il tutto presentata dalla moglie Emira De Acetis, dal Critico Prof. Andrea Viozzi e con il coinvolgimento dI Giancarlo Costanzo Presidente dell’Associazione P.A.E. e Tiziano Tiberi compagno di scuola di Roberto. Presentazione Critica del Prof. Andrea ViozziPer aprire lo scrigno di un pittore, di una pittrice, di un’artista, di un illustratore, di un designer. È un pezzo di cuore che viene presentato al pubblico, è un cassetto che si apre e che viene messo a disposizione di chi ne usufruisce, di chi ne gode, di chi lo osserva. Questa splendida esposizione è stata pensata dalla famiglia per onorare la memoria di un grande padre, marito, professionista, illustratore, designer, ed è appunto la prima di una serie di tappe che la famiglia ha in mente per onorare la memoria del grande creativo che è stato Roberto del Rosso. Avrete modo fra poco di poter scendere dove è stata allestita la mostra e godere delle oltre 40 opere. Qualche settimana fa, parlando con la signora Emira, mi diceva: “Saranno una trentina”, ma io sapevo che non si sarebbe fermata a 30. Perché? Perché quando poi apri il cassetto dei ricordi, è normale che ogni frammento, ogni pezzettino, che sia un’illustrazione, che sia una diapositiva, che sia una fotografia, ti rimanda indietro nel tempo. E immagino la fatica che abbiano fatto lei e i suoi figli nel selezionare le opere, pensando se davvero quelle erano le opere che Roberto avrebbe voluto vedere oggi in mostra. Sicuramente sì. Roberto del Rosso è stato un uomo che fin da bambino ha avuto l’estro della creatività. Emira De Acetis moglie di Roberto ed Il Maestro Alessandro Cavallucci Fin da quando, appunto, maneggiava con il pongo piccolino accanto al capezzale del padre malato, e realizzava i suoi soldatini con il pongo, per poi intraprendere gli studi presso il celebre liceo artistico di Pescara. Fra l’altro c’è qui uno dei suoi insegnanti in sala, il professor Gammelli. Ci sono tanti suoi ex studenti, i suoi ex compagni di scuola oltre che amici, per poi iniziare due percorsi paralleli: uno nell’Istituto europeo di design di Roma e l’altro presso la facoltà di architettura di Pescara dell’Università di Chieti-Pescara, per poi, nel 2002, intraprendere una splendida iniziativa professionale insieme alla moglie. Questo l’ha portato a una scelta se iniziare un percorso professionale, ma ciò chiaramente per motivi di tempo, per motivi lavorativi, non gli ha permesso di concludere il ciclo universitario. Ma fin da giovane, fino all’età di 19 anni, i disegni che vedrete poi sotto, le illustrazioni che vedete sotto, raccolgono 7 anni delle attività di Roberto, dal 1983 al 1990, ed è un frammento della sua attività che ci mostra la sua grande capacità di utilizzare, tra l’altro, diverse tecniche artistiche dai pastelli.Che permette a Roberto e a chiunque li sa maneggiare come lui di poter, in un certo qual senso, far vibrare il colore, proprio come facevano i grandi maestri dell’impressionismo, per esempio, la matita, il carboncino, gli acquerelli che, come voi ben sapete, è la tecnica tra le più difficili, se non la più difficile in assoluto, nel campo artistico. Perché l’acquerello non ti lascia tempo, devi lavorare velocemente perché altrimenti si asciuga e non puoi più tornare sull’opera. Tra l’altro, le tecniche dell’acquerello non sono una, ma ben 12 tecniche artistiche dell’acquerello che Roberto sapeva ben maneggiare, tecnica tra l’altro antichissima, l’acquerello di origine orientale, proprio come l’inchiostro a china che lui stesso utilizzava, fino ad arrivare agli strumenti un po’ più moderni come l’aerografo, utilizzato anche da grandi maestri come Murray e Salvatore Dalì, il pantone che gli permetteva di dare un effetto particolare del colore sulla grafica e poi la cartografia, soprattutto durante gli studi a Roma, nell’Istituto europeo del design. Quindi un grande creativo che ha sperimentato diverse tecniche e che ha avuto la possibilità di collaborare con grandi marchi realizzando per loro tantissime opere.Dalla famiglia De Cecco, celebre famiglia abruzzese, alla Casucci Jeans, all’Energy Aprioni, celebre marca di abbigliamento di tradizione siromana, ma di origine abruzzese. Quindi è stato un uomo, un illustratore che si è messo a disposizione dei più grandi marchi del tempo partecipando, tra l’altro, a grandi fiere per i quali progettava e realizzava i loro stand a Firenze, a Palazzo Pitti, la casa della moda, oltre che della celebre collezione Palatina, a Firenze, a Parigi e nelle più grandi capitali europee, in Russia, nei più grandi centri del design russo e negli Stati Uniti. Quindi un uomo che è riuscito, in un certo qual senso, a dar prova della sua grande abilità e del suo grande estro creativo mettendosi a disposizione degli altri. La differenza fra un artista e un designer sta nel fatto che il designer, quando crea, lo fa principalmente per i suoi utenti. È vero che anche oggi i pittori spesso realizzano le loro opere per poterle vendere, ma soprattutto il designer, l’illustratore, quando crea sa già ha nella sua mente il fine di soddisfare pienamente il suo cliente. E Roberto ci è riuscito in maniera straordinaria. La nostra presenza questa sera e la notorietà di Roberto nel campo dell’illustrazione e del design lo dimostrano.Vedevo prima meravigliosamente arpeggiare il maestro Cavallucci con quelle sue mani sulla chitarra, e allora pensavo seduto lì a Roberto che con la sua matita, col suo carboncino, quando ancora non c’erano i programmi che ci sono oggi di lavorazione del design, riusciva a creare dei capi straordinari e li vedrete in mostra. Dei meravigliosi capi che lui vede, osserva da fotografie delle grandi case di moda e che poi illustra in maniera sapiente, con una grande espressività, con grande classe. La cosa che mi ha colpito, guardando le illustrazioni, i disegni che la moglie mi ha inviato, è l’eleganza con la quale sapeva realizzare e vestire i suoi modelli, che riproponeva nelle sue illustrazioni.Così come la grande capacità e

Roberto Del Rosso: Un Viaggio attraverso illustrazioni tra il 1983 ed il 1990

Dal 20 al 30 marzo, la Fondazione Pescarabruzzo-Maison des Arts-ospiterà una mostra dedicata al designer pescarese Roberto Del Rosso (1964-2017). L’esposizione presenterà una selezione di illustrazioni realizzate nel periodo compreso tra il 1983 e il 1990, caratterizzate da un ricco linguaggio visivo e da una profonda emotività. L’inizio di un talento Roberto Del Rosso iniziò il suo viaggio creativo sin dall’infanzia, esprimendosi attraverso il disegno e la manipolazione dei materiali. I suoi primi lavori di creazione con il pongo, tra cui i “famosi” soldatini, non erano semplici giocattoli: rappresentavano un modo per dare vita a quell’immaginazione che avrebbe segnato il suo percorso creativo futuro. Creare, per Roberto, non era solo un hobby, era un linguaggio attraverso il quale esprimere le sue emozioni e i suoi pensieri, un mezzo di comunicazione e connessione con la realtà. La sua storia ci insegna che i talenti, quando nutriti sin dalla giovane età, possono fiorire in forme straordinarie. Percorso formativo e professionale La frequenza del Liceo Artistico “G. Misticoni” stimolò la sua creatività, fornendogli le competenze basilari necessarie per una piena espressione delle sue qualità artistiche. Imparò non solo ad impiegare le tecniche tradizionali, ma anche a pensare in modo critico riguardo al design e all’estetica. In seguito frequentò a Roma l’Istituto Europeo di Design, sostenendo contemporaneamente gli esami presso la facoltà di Architettura dell’Università “G. D’Annunzio” di Pescara. Grazie al valore formativo di tali esperienze, Roberto intraprese un percorso lavorativo: iniziò così a collaborare con diverse agenzie di design, interagendo con professionisti del settore e conseguendo esperienze che gli consentirono di arricchire il suo background. In seguito, insieme alla moglie, fondò “Alta Design”, che segnò l’inizio della sua vera carriera di designer. Lo studio divenne un punto di riferimento per una vasta e varia Clientela, a livello locale e nazionale. Riconoscimenti e collaborazioni Roberto Del Rosso cominciò a distinguersi nel panorama del design contemporaneo, diventando punto di riferimento per marchi prestigiosi come, ad esempio, De Cecco e Bilancioni, per la capacità di armonizzare vere e proprie sinergie creative con le esigenze della committenza. Uno degli aspetti più significativi del suo lavoro riguardava la progettazione di stand espositivi realizzati per eventi nazionali ed internazionali. Ogni progetto era la manifestazione tangibile della sua capacità di fondere design e architettura, creando spazi che, non solo catturavano l’attenzione, ma raccontavano una storia. Grazie anche all’uso di materiali innovativi, le installazioni diventavano esperienze immersive, che riflettevano il mondo del marchio rappresentato. Roberto Del Rosso ha lasciato un’eredità professionale che spazia dall’interior design alla comunicazione, dalla fotografia al design del prodotto, comunicando un profilo versatile e raffinato. L’influenza della pop art è evidente in alcune sue realizzazioni non solo per la maestria grafica, ma anche per l’importanza riconosciuta ai rapporti umani. Quindi, non è solo la sua produzione visiva ad essere celebrata, ma anche la persona che era, amata e stimata da chi lo circondava. In suo ricordo, in occasione del compleanno, sono stati organizzati eventi soprattutto musicali. Quest’anno lo commemoriamo per il suo talento, ma anche per il valore delle relazioni umane nella sua vita. Infatti i riferimenti al suo mondo affettivo s’intrecciano con alcune delle opere realizzate, creando un panorama artistico capace di toccare il cuore di chi osserva.